30 luglio 2010
Partire è un pò morire..se i bagagli non sono ancora stati fatti
28 luglio 2010
Vento, Oceano...Essaouira!
Sulla strada per Essaouira si inseguono, uno dietro l'altro, gli alberi di Argan (che io ho scambiato per ulivi, si assomigliano così tanto!) da cui si ricava il famoso olio che potrete acquistare sia a Essaouira che a Marrakech. Lungo la strada speravo anche di vedere le capre arrampicate sugli alberi a mangiare le foglie. Un'immagine che tante volte mi è capitato di vedere in foto. Peccato che i pastori ce le mettano apposta (povere capre!) per far fermare i turisti. E quindi ho solo visto le capre appositamente depositate sui rami ma non ci siamo fermati. Troppo artificio!
E poi arriviamo e il vento ci assale, all'improvviso. Fortissimo. Ad Essaouira la temperatura è molto più fredda. Ci riusciamo, quasi, a salvare facendo scorte di sciarpe che usiamo a mò di mantella.
E vediamo l'Oceano Atlantico. L'affaccio strepitoso che questa città ha sull'acqua.
E poi abbiamo mangiato il pesce fresco, scelto direttamente dalla cassetta e poi cotto davanti a noi e divorato. I gamberetti sono stati fatti ostaggio dalla Besolina! Incredibile il quantitativo che ha ingerito. Sarà stata l'aria dell'oceano a farle venire tanto appetito?!
I cannoni spagnoli sulle mura di cinta invece hanno fatto la gioia del pulcione! Meno la mia visto che mi è toccato frenare i tentativi di arrampicata!
Lungo le strade di Essaouira si susseguono bancarelle di ogni tipo. Ci fermiamo davanti ad un carretto pieno di fichi d'india. Un anziano signore te li sbuccia e sono pronti da mangiare. Dolcissimi. Pensavo di dover aspettare di arrivare in Puglia per mangiarne di così buoni.
Anche ad Essaouira penso alla Puglia. Starò mica diventando ossessiva anche in trasferta?
Tips for trip
Portatevi assolutamente un maglione. Non fate come noi. Spavaldi per il caldo di luglio ci siamo ritrovati intirizziti e con la pelle d'oca costante!
Sedetevi ad uno dei tavoli del porto e 'ingozzatevi' di pesce.
Guardate i pupetti correre nel grande 'piazzale' prima della porta d'ingresso alla città. Tocca correre per recuperarli ma almeno non ci sono da schivare i motorini che sfrecciano furiosi a Marrakech.
Sentite il vento pungente sulla faccia e respirate l'Oceano. Io l'ho fatto, fermandomi per qualche minuto e ho chiuso gli occhi. A volte bisogna fermarsi, per sentire dove ci si trova.
E sorseggiate qui davvero con gusto il tè alla menta. Mai una bevanda calda d'estate fu più desiderata!
Passeggiate tra le stradine affollate, con bancarelle traboccanti d'ogni cosa.
E mangiate i fichi d'india dal carretto del vecchio signore, se lo trovate in giro. Fantastici!
23 luglio 2010
La nostra Marrakech
Arriviamo nel caldo secco (quindi piacevole rispetto al caldo superumido di Roma) di Marrakech in un pomeriggio tardo. Aeroporto vicinissimo alla città (solo 4 Km!). Lungo la strada, dall'aeroporto al centro, guardo queste abitazioni dello stesso colore, sembra un rosa antico. L'ometto (che oramai ha cambiato nome e si fa chiamare pulcione!) chiede 'Mamma, siamo sul taski?'. Il Taski, per la cronaca, è attualmente come il pulcione chiama il taxi. 'No amore, siamo sulla macchina di Ismail, non sul taski!'Arriviamo in albergo. Ci offrono salviette bagnate e il mio adorato tè alla menta. Il pulcione ne vuole bere un altro dopo il primo. 'E'buono questo tè, mamma!'. Siamo a Marrakech!
La sera il pulcione e la besolina hanno un incontro ravvicinato con un cammello da Chez Alì. Un posto enorme, dove si cena e si assiste ad uno spettacolo con acrobazie e cavalli...un pò troppo da turisti per i miei gusti. Ma al pulcione è piaciuto da matti.
Marrakech è calore, colore, odori forti, a volte acri, profumo di spezie, profumo di pelle nel souk, traffico di macchine, motorini che sfrecciano ovunque.
Volti di bimbi meravigliosi che giocano in un vicolo e ci salutano, con un grande sorriso.
E poi giardini, come quelli di Majorelle. Il giardino è nella parte nuova della città e deve il suo nome all'artista francese Jacques Majorelle che intorno al 1919 venne a vivere a Marrakech e si mise a collezionare piante provenienti da tutto il mondo. Poi ha acquistato la proprietà Yves Saint Laurent e qui trovate anche il suo memoriale. Il pulcione non se ne andava più dal laghetto pieno di ranocchie e piccole tartarughe.
Scorrono davanti agli occhi bougainvillee, alberi del cocco, banani, palme e piante esotiche e rare.
Poi arriva la sera e piazza Jama‘a el-Fnaa, tranquilla e sonnacchiosa di giorno, si anima e diventa luce, caos, voci, folla, serpenti e una strana pesca con le bottiglie!
1.I cammelli e le acrobazie con i cavalli da Chez Alì
2.I mille colori e i fabbri all'opera nel Souk
3.La spremuta di arancia in piazza Jama‘a el-Fnaa...e la besolina il serpente (lo ha afferrato per la testa e stretto forte. Siamo svenuti!)
Poi devo trovare il tempo di raccogliere bene le ricette di quello che ci è piaciuto, tè compreso, da Ismail, la nostra parentela con il Marocco e poi parlare della nostra giornata ad Essaouira. Abbiamo deciso di vederla, eravamo curiosi. Oceano, vento freddo e atmosfera suggestiva. Ne parlo presto.
19 luglio 2010
NON ACCETTO:Una notte di paura firmata Trenitalia
Odio Trenitalia. Oggi odio i treni e non vorrei perchè fanno parte di viaggi che ho amato. Odio la facilità con cui si può mettere una famiglia in balìa di ladri o chissà che cos'altro.
Non accetto il fatto che per trovare un'anima pia che alle 3 del mattino ci venisse in soccorso abbiamo dovuto aspettare mezz'ora.
Non accetto che quella che abbiamo trovato non sapesse neanche da dove cominciare per gestire la situazione.
Non accetto che si possa dire "Capisco la sua rabbia e il suo spavento (non credo!) ma deve aspettare un bel pò se vuole fare la denuncia". Ma che paese è quello dove si dà per scontato che cose del genere succedano? Che paese è quello dove un funzionario di polizia alle 7.30 del mattino, di fronte a 2 genitori che non hanno dormito neanche un secondo (e ne portano i segni!) e con in braccio 2 bambini al limite dello strazio fisico, ti risponde come se gli stessi portando l'ennesima rogna.
Non accetto di scoprire quanto sia facile per uno che fa una rapina (così la chiamo perchè poi ci ha anche chiusi dentro la cuccetta girando la chiave da fuori!) scappare per i campi tirando il freno d'emergenza per poi sentirmi dire che si sa che questa è la loro tecnica. Se è così, perchè permetterlo? Perchè non allertare subito e non, invece, dopo molto tempo la polizia di riferimento per quell'area? Soprattutto quando si sa già, prima del loro azionamento del freno d'emergenza, che c'è stata una rapina.
Non accetto. Non accetto.Non accetto. E da oggi in poi lo voglio dire forte di fronte a quelle cose che sembrano essere diventate normali e invece sono solo assurde e violente.
Noi stiamo bene. E questa è la cosa più importante. Ma non dobbiamo accettare che qualcuno abbia il potere di farci questo e soprattutto che questo sia consentito. Carrozze in condizioni penose, bagni sudici, feci nei lavandini, sporcizia ovunque, personale al limite dello sbando, assenza di personale di polizia sul treno.
Se questa è quello che ci circonda, se questa è la cornice offerta, come possono non succedere cose del genere? Come non può penetrare il degrado anche dei comportamenti? Bambini e adulti in balìa di banditi. Nessuno in grado di prestare un reale soccorso ad una famiglia con 2 bimbi piccoli. Lentezza disastrosa e pericolosa.
Non ho parole per chi si è introdotto nella nostra cuccetta fregandosene del fatto che 2 bambini dormivano sereni e ignari di qualsiasi pericolo ma ne ho molte, che non posso scrivere, per chi non ci offre sicurezza, decoro e dignità nei nostri viaggi e rispetto della nostra incolumità e soprattutto di quella dei nostri bambini. Davvero indifesi, davvero incapaci di proteggersi di fronte a questa violenza. Ne avrei per molto. Ma mi fermo. Mi sono sfogata un pò. I miei bambini stanno bene. Questo importa. Tanti auguri a Trenitalia!
12 luglio 2010
Un tranquillo weekend di paura...all'Ikea!
1.L'ennesimo kit di pentole
2.Un tappeto (mancava alla collezione)
3.Una piantina. Perchè ho scoperto che solo le piante Ikea sviluppano una certa resistenza al mio pollice nero.
L'ometto ha voluto a tutti i costi le formine per i biscotti, perchè è l'unico che mi degna di una certa stima in cucina (ancora per poco!).
Poi c'è stata la fase come metto le cose in macchina?, che da una certo punto di vista adoro perchè rappresenta un momento di alta comicità. Una volta ho viaggiato con un tavolo sopra la testa e altri oggetti non identificati che spuntavano lungo miei fianchi. Non ricordo cosa. Per fortuna, ho rimosso.
08 luglio 2010
Oddio! E se da grande volesse fare l'attore di film porno!?
Ovviamente corro a leggere la sintesi del libro e scopro che si parla di una mamma che viene a sapere che il proprio figlio fa film porno:
"Tra le tante cose che una mamma non vorrebbe scoprire sul proprio figlio adolescente ce n'è una un pò più imbarazzante. E non aiuta il fatto di venirla a sapere dalla vicina di casa pettegola, che una mattina ti fa trovare nella buca delle lettere un video accompagnato da un biglietto. Lynn non riesce a crederci: è suo figlio Mark quello in copertina. Il film ha un titolo non proprio edificante ed è vietato ai minori...".
Prima di tutto ho sperato di non trovare mai una vicina di casa del genere.
Poi, a essere sinceri, non mi sono ancora spinta così avanti nel pensare al futuro del mio ometto. E in quel poco che ho pensato di così lontano non credo di aver annoverato la carriera di pornoattore. Anche perchè sono oramai certa, in base al numero di macchinine che ha in gestione, che farà il pilota o il posteggiatore. Detto questo, con la mia amica abbiamo ipotizzato comunque uno scenario futuro in cui ad un certo punto l'ometto mi confessa che fa l'attore di film porno.
Quale reazione? Questo è quanto ho pensato, di getto, tra un'insalata di tonno e un caffè:
1.Mr. Marito se ne va in giro tronfio, con la collezione completa dei film dell'ometto, dicendo a tutti "Ha preso tutto dal papà!"
2.Io mi trasformo in una sorta di maitresse e raduno le amiche babbione e con la menopausa incipiente per ogni anteprima dei film
3.La Besolina per reazione si chiude in un monastero di clausura
La cosa che mi ha inquietato di più è stato pensare a Mr. Marito, con il capello imbiancato e anche un pò suonato per via dell'età avanzata, che se ne va in giro con la valigetta contenente la collezione completa dei dvd dell'ometto, pieno di orgoglio paterno!!!
05 luglio 2010
Cronaca di una mattina qualunque (con l'unico neurone superstite ancora senza nome!)
Una mia cara amica mi ha detto la scorsa settimana, buttandomi in un infinito sconforto, che l'unico neurone che mi è rimasto, oltre ad essere in preda alla depressione da solitudine, ha bisogno di un costante intervento di rianimazione con il defibrillatore, ogni volta che si impalla, con tanto di accompagnamento dell'urlo "Libera!". Ma la mia amica avrà visto più puntate di me del Dott.House?
Comincio la raccolta resti sparpagliati per la casa, che danno quell'effetto un pò da post concerto, e trovo, nell'ordine:
1.Un calzino nato bianco e giacente sul pavimento con un colore tendente al marrone 'terra del giardino dell'amico di papà da cui siamo stati domenica'
2.Una ruota, uno specchietto e una specie di parafango (mi pare che lo fosse, ma le cose in miniatura mi confondono le idee) proveniente dal parco macchine dell'ometto nonchè futuro pilota o meccanico o posteggiatore. Quest'ultima ipotesi sul suo futuro professionale proviene dall'oramai fondamentale necessità che l'ometto ha di "tarpeggiare" il mezzo in uso in quel momento prima di mangiare o fare il bagno. "Mamma, 'spetta. Devo tarpeggiare il camion!". "Ok, 'spetto, 'spetto...tarpeggia pure con comodo!"
3.Un pezzo di torta (ho identificato la cibaria esanime sul pavimento. Wow!)
4.Pagine strappate di giornale e fazzoletti stracciati (la Besolina è già una donna sull'orlo di una crisi di nervi. Cominciamo bene!)
5.Un costumino ancora bagnato "Ma nessuno l'ha steso il costumino?" Ovviamente l'unico che potrebbe rispondermi, Mr. Marito, è già sotto la doccia e finge che la mia voce 'spacca timpani' non abbia superato tutte le pareti della casa fino ad arrivare in bagno.
Il caffè è arrivato. Lo bevo avidamente cercando di far aprire anche il secondo occhio e mi avvio verso l'ometto tentando di svegliarlo. I primi tentativi sono fallimentari. L'ometto è molto slow la mattina. Slow nel vestirsi, slow nel fare colazione, slow nel "tarpeggio" del parco macchine prima di uscire. Per questo il tempismo è tutto!
Riesco ad appropinquarmi alla doccia tra lo stiracchiamento da risveglio dell'ometto, il campanello che suona con l'avvento della santa tata e la scoperta di aver lasciato i pannolini che non trovavo della besolina dentro un cassetto del mio armadio, tra le magliette. "Sarà successo in uno di quei momenti in cui il mio neurone avrebbe avuto bisogno di rianimazione?".
Altri resti sono sotto i miei piedi quando vago per la casa in accappatoio cercando quel documento che avevo lasciato lì. Proprio lì. Sul concetto di "proprio lì" devo ancora confrontarmi con il mio amato neurone. "Ma dovrò dargli un nome a 'stò neurone prima o poi? Devo tenermelo a caro, no?!"
Vesto l'ometto. "Ma ti metto gli slip o il pannolino?". Va bè, mi piace vivere pericolosamente: mettiamo gli slip! Sudo fretto lungo tutto il viaggio da casa a scuola ma l'ometto fa l'ometto e spiazza anche la mamma miscredente!
Durante il tragitto il mio pollice, oramai il più veloce del West, scrive la lista della spesa che invia via sms alla santa tata, pregando di non aver dimenticato di inserire la carta igienica. Il neurone è sempre più stanco. Lo sto sfiancando.
Non ho ancora fatto colazione. Ha ragione ha sentirsi stanco. "Ma l'ho scritto di prendere il latte?" "Bo, mi sa di si!".
Mentre trangugio un cornetto mi ricordo che stasera c'è la riunione di condominio. Mi avvento sul secondo caffè pensando all'infausto appuntamento che mi aspetta a fine giornata. Chissà se il neurone ce la farà? E' questa la domanda che mi attanaglia oggi!