26 novembre 2010

Una domenica pomeriggio a Roma in un museo particolare



Domenica pomeriggio. Fuori alluviona. Decidiamo, e non solo noi, di andare al Museo Explora dove ci sono tante attività e laboratori per i bambini. Sotto il diluvio universale prendiamo la prole e la carichiamo in macchina. Sempre sotto un diluvio incessante arriviamo alla meta e ci accodiamo speranzosi di trovare parcheggio. Dopo infiniti giri lo troviamo. La discesa dall'auto comporta un 'impiastricciamento' considerevole di fango. Il marasma all'ingresso di tutti quelli che con la pioggia hanno pensato all'unisono di venire qui è impressionante. Ci mettiamo in lista d'attesa.Non ci posso credere! La ragazza che inserisce i nomi della nostra folta truppa (nel frattempo una coppia di amici anche loro dotati di prole ci ha temerariamente raggiunto) ci rassicura 'alla fine molti rinunciano di quelli che hanno prenotato'. Pendiamo dalle sue labbra e attendiamo. La besolina freme. Butta giù tutto quello che trova nella super rifornita libreria all'ingresso. Lei semina e io raccolgo. Dopo una lunga semina ed una lunga raccolta finalmente veniamo chiamati e promossi dalla lista d'attesa a quelli che possono entrare. Lo ammetto ero commossa. Entriamo e cerchiamo di inserire le nostre giacche negli ultimi strapuntini rimasti degli appendiabiti. Parcheggiamo il passeggino, gli ombrelli e pure le ultime energie e ci addentriamo nell'orda del divertimento dell'infanzia. Iscriviamo subito il pulcione ad un fantastico laboratorio creativo. Dipinge su un foglio, si dipinge le mani e dipinge pure Mr.Marito che, intriso dell'atmosfera del posto, elargisce sorrisi di orgoglio paterno. La besolina impazzisce per l'orto dove raccoglie la frutta e la verdura (di tessuto) e la mette e toglie dal cestino della spesa. Questo mi consente un certo break. Andiamo poi nell'area under 3 al piano di sopra dove con piglio deciso la besolina affronta lo scivolo morbido da sotto e da sopra. Da sotto e da sopra, continuamente. Il pulcione conclude indossando un un grande grembiule giallo impermeabile per giocare con l'acqua. Una voce dal megafono annuncia che è tutto finito. L'acqua, lo scivolo morbido, la frutta rotolante, le urla. In una sorta di caccia al tesoro cerchiamo di rintracciare le nostre giacche. Incredibilmente ce la facciamo. E sotto l'alluvione ritorniamo alle nostre auto. Siamo decisamente stanchi ma il pulcione prima di chiudere gli occhi e crollare ci saluta dicendo 'mi sono divertito tanto in quel posto'. Va bè allora in quel posto ci torniamo. Magari se non piove è meglio però!

Tips for trip

Il Museo Explora si trova nel quartiere Flaminio, a Roma, alle spalle di Piazza del Popolo. Vicinissimo al centro, quindi. E' un Museo molto particolare che ricalca le esperienze di Musei già esistenti all'estero e dove i bambini possono sperimentare, creare nei laboratori, fare tante attività didattiche. Il calendario delle iniziative è sempre in movimento. Si divertono i bambini anche sotto i 3 perchè hanno le loro aree dedicate. C'è un parcheggio proprio del Museo quindi non impazzite a cercarlo lì di fronte. La missione potrebbe rivelarsi impossibile. E se volete mangiare, oltre al ristorante dentro al Museo, c'è un ristorantino che vi consiglio proprio lì a fianco: l'Osteria Gastone, via Flaminia 64/66. Enjoy!

25 novembre 2010

Voglio solo leggere un libro

Diventare mamma. Quando è successo l'ho voluto davvero, con tutte le mie forze. Mi è capitato si e no. Il desiderio c'era. Non siamo stati travolti dal destino. Quando poi è successo, quando abbiamo avuto quel calore intenso fra le braccia, parlare di qualcosa di irresistibile e travolgente non rende l'idea. Qualcosa di travolgente. Lo so, sembra banale dirlo. Tutti i neogenitori dicono (perlomeno quelli che incontro io) 'diventare genitore mi ha cambiato la vita'. Bè non era una previsione tanto difficile da fare, mi viene da rispondere. All'improvviso non sei più tu da solo con il tuo compagno, con le tue libertà, il tuo lavoro e le tue frenesie ma devi assolutamente tenere conto di un piccolo, scalpitante esserino che ha necessità di una certa dose di cure e ha tutte le ragioni per richiederle. Lo hai chiamato tu, dopotutto! E quando dico 'certa dose' uso un eufemismo. Tutto questo ovviamente si raddoppia se non triplica quando diventano due. Ecco, oggi quando nel caos frenetico delle giornate cerco i miei spazi a volte mi sento egoista tranne ritrovarmi in estasi quando riesco ad avere un momento per me. Passo dal senso di colpa alla vera ebbrezza. Un'ebbrezza anche di ritrovarsi da soli con le proprie menate, quelle che avevamo il tempo di farci prima; prima che tutti i nostri pensieri fossero lì: tra un vaccino, un pannolino e 'un perchè non mangi la tua pappa?'. Oggi porto il maggiore treenne a nuoto ed ho pensato, con tanto egoismo, di sbracciarmi un pò meno a salutare e cercare di leggere un libro nell'attesa. Mi sono sentita davvero una mamma orribile e insensibile. Una mamma che non guarda il bimbo che nuota con un sorriso simil paresi ma che cerca con la coda dell'occhio, facendo la vaga con le altre mamme (che invece si sbracciano scorticandosi vive), di leggere una qualche pagina che potrebbe riportare il cervello a funzionare. Ho ripensato a quegli occhiali anni ottanta (io me li ricordo di quell'annata!?) dove c'erano dipinti due occhi che coprivano quello che facevano gli occhi veri. Ecco potrei ingegnarmi così. Tranne non avere ancora escogitato un metodo per il saluto. Lì dovrò provvedere distogliendo l'attenzione dal libro. Yehoshua, semmai riuscirò a leggerlo, non me ne vorrà. Speriamo.