31 maggio 2010

Slow Praga

Mettere a posto, ordinare i pensieri, raccogliere le foto sparse che è tanto tempo che volevi mettere in quell'album che hai comperato apposta. E' tanto che sono lì, ogni tanto quando passi le prendi, le scorri e ti ricordi. Non è poi passato così tanto tempo. Amore mio, eri ancora nella mia pancia e ti ho portato via in un viaggio che era tanto che avevo voglia di fare. Ti ho portato lì insieme al tuo fratellino, l'ometto di casa, l'unico finchè non sei arrivata anche tu. E con il pancione grande di 7 mesi siamo partiti. Che ridere correre dietro l'ometto con tutto quel peso e che sguardi sull'aereo delle persone e delle hostess che ansiose più volte mi hanno chiesto conferma del mese di gravidanza. Avevo una pancia davvero grande, per non parlare del resto. Avevo deciso di mettermi uno smalto rosso scuro per sdrammatizzare lo stato da mongolfiera ma sembravo solo una donna in attesa con inclinazioni dark. E siamo partiti alla volta di Praga. Consideriamo solo il fatto che avevo comperato la guida di questa città prima di sposarmi, prima ancora solo di pensare all'ometto nella mia vita e molto prima che si intravedesse all'orizzonte il pensiero della besolina. Ero tanto che volevo andare. E non potevo sperare in una compagnia migliore.

29 maggio 2010

Creatività in cactus


Abbiamo tentato io e l'ometto di abbellire la sua cameretta con degli stickers che avevamo da tanto tempo parcheggiato in uno stanzino. Dovrebbero essere dei cactus ma dato che, invece di seguire il disegno delle istruzioni ho dato mano libera all'ometto, il risultato finale è quello di un giardino di cactus abbastanza surreale. Un fiore è stato già strappato dalla besolina e abbiamo un cactus piantato sopra la presa di corrente. 'Mamma, molto belle queste piante, sai?!'. Se lo dice lui va benissimo. A parte la luce del flash della mia macchina la foto dovrebbe rendere l'esito della nostra opera 'creativa'.

28 maggio 2010

La befana vien di notte...

Malefiche scarpe. Non potete abbandonarmi proprio oggi e proprio così.
Punto primo piove.
Punto secondo devo ancora andare a prendere l'ometto a scuola.
Punto terzo devo fare la spesa.
Ho cercato un calzolaio per vicoli e stradine che non avevo mai visto.
Chiedendo ai negozianti del quartiere ricevo come risposta una cosa del tipo 'difficile che riesca a trovarlo qui'.
Per me che vengo dalla provincia il calzolaio è una sorta di istituzione.
Ma dove sono finiti gli artigiani? Quelli rintanati nelle loro piccole botteghe che davano il sapore della cura e dell'attenzione alle tue cose rotte? La sarta, il tappezziere...che nostalgia!
Ma come fanno a scomparire questi beni dell'umanità, dovrebbero essere protetti dall'Unesco. Vogliamo parlare dell'orlo ai pantaloni o delle fodere delle giacche che si strappano e dei pantaloni che si rompono proprio lì!? E che non sai mai dove andare a cercare un sarto?
Alla fine arrivo in una stradina dove chiedendo e richiedendo finalmente mi dicono dove trovare il calzolaio. Non lo vedo subito. Per questo faccio avanti e indietro prima di fare capolino dentro questo negozio che è l'unico che risponde alle indicazioni che mi hanno dato. E lo trovo.
Il calzolaio (troppo giovane per rispondere al calzolaio delle mie fantasie) è praticamente ospite dentro questo negozio con il suo laboratorio che si trova nel sottoscala.
Vedi che non ci sono più le botteghe di una volta, uffa!
La mie scarpe si presentano subito come un caso complicato. E io che speravo nel day hospital! Il ricovero sarà lungo lì ma non posso lasciarle. Ho solo quelle ai piedi. Penso allora ad un segno divino: devo comprarmi un paio di scarpe nuove così posso lasciare queste. Ok. Procedo. Entro in un negozio che conosco e che ha sempre scarpe che mi piacciono. Le vedo. Sono loro le prossime che i miei pieducci calzeranno. Chiedo la misura. Bene c'è ma le sta provando una ragazza. Aspetto. Lei mi guarda. Capisce che come un falco sono appostata in attesa della preda. Prende tempo. Io comincio a recitare la parte della disinteressata e chiedo di provarne un altro paio. Creo un diversivo. Ma lei non ci casca. Le compra. Ecco. Dopo le scarpe rotte cado anche in depressione da mancato acquisto di oggetto del desiderio. Andrò a prendere l'ometto con le scarpe tutte rotte come la canzoncina, si quella della befana..'la befana vien di notte con le scarpe tutte rotte'. E dopo lo scroscio di poggia e i capelli simil spazzolone del bagno io e la befana cominciamo ad avere delle affinità.

27 maggio 2010

Attacco..e Difesa!

'Ta ta ta na na ta na ah ah ah ah ah ah mmmmmmmmmmmmmmmm'. Più o meno è stato questo il grido di battaglia della besolina ieri quando ha avuto la prima reazione difensiva nei confronti dell'ometto. Dopo mesi di angherie, attacchi, sgambetti, botte, tentativi di omicidio inconsapevoli, pizzicotti, spinte e sottrazione di giocattoli da parte dell'ometto, lei ha reagito. Questo ha suscitato una reazione di stupore e attonimento dell'ometto, totalmente spiazzato, seguita da mummificazione della sottoscritta che non avrebbe mai pensato di vedere la besolina a 11 mesi e mezzo difendersi così bene e con una tale padronanza delle mani e soprattutto con una tale precisione nella mira (spero di non averle fornito degli esempi significativi!). L'azione difensiva si è svolta con una mossa quasi di karate. Avete presente 'metti la cera, leva la cera' in Karate Kid? Bè lei ha eseguito perfettamente il 'leva la cera'. Quando l'ometto ha tentato di fare centro con il dito dentro il suo occhio (sì, lui è molto delicato), lei con una mossa fulminea ha spostato la sua mano, lanciato il grido guerriero, di cui sopra, e colpito con un'altra mossa in pieno viso l'ometto. A questo punto l'ometto si è ritratto, mi ha guardato, ha guardato con preoccupazione la besolina e ha preso le dovute distanze di sicurezza. Confesso di aver percepito in modo netto una fitta di orgoglio. Lo so, potrei essere tacciata di mancanza di imparzialità ma mi sono sentita totalmente invasa di solidarietà al femminile. Vai besolina! E adesso il confronto è ad armi pari.

26 maggio 2010

Vino da meditazione

'Non parlare mamma! Ho detto non parlare'. Per la cronaca questo è l'ometto che mi urla di smettere di parlare mentro sto assalendo Mr.Marito con una serie di improperi (che non riporterò per mantenere un certo livello di decenza). Ecco, quando un bambino ti mette davanti alla tua misera miseria. Ecco, è successo questo. Mi sono sentita una cretina perchè stavo alzando la voce davanti a lui. E lui me lo ha fatto capire. Mi sono sentita una stupida perchè stavo sgridando Mr.Marito. Il papà non si tocca davanti ai pargoli, è sacro (quasi!). E lui me lo ha fatto capire. Quando Juul dice che si può manifestare il dissenso davanti ai bambini non credo faccia riferimento ad una donna in preda a crisi isterica con la testa che si gonfia e diventa sempre più rossa (un immagine cruda lo so. Solo la protagonista de'L'esorcista' era più brutta). Per questo motivo ho deciso che è arrivato il momento di immergermi in una profonda meditazione. Me ne andrò in ritiro spirituale in Tibet (distanza di sicurezza da Mr.Marito) portando con me solo poche cose da brava eremita. Una foto dell'ometto e della besolina, una foto di Mr. Marito con set di freccette per fare attività fisica, una foto dell'elettricista (causa dell'alterco e della crisi isterica) con cui mi eserciterò al tiro con l'arco, un mega pacchetto di gomme da masticare anti stress e una buona bottiglia di vino che mi scolerò tutta sola per entrare ancora meglio nella meditazione. Forse non c'è bisogno di andare in Tibet. Basta scendere all'enoteca qui sotto. Va bè vado.

25 maggio 2010

Comunicazione di servizio: dentino in arrivo!

Pensavo che avrebbero tardato ad arrivare ma stamattina ho tastato le gengive della besolina ed eccolo lì, duro, duro in attesa di uscire fuori..il primo dentino. Ma ci si può emozionare così tanto? Sono proprio una 'frascona' (come mi ha detto qualcuno tempo fa). La lacrimona di 'Gigi la trottola' mi fa un baffo!

24 maggio 2010

Outing di una non ancora carampana

Faccio outing, non voglio vergognarmi più. Sono una mamma di 2 pargoli, over 30,che aspetta ansiosamente da mesi il numero 2 del film Sex and the City. Nonostante l'imparagonabilità del primo film, figurarsi il secondo, agli episodi mitici della serie, non vedo l'ora di vederlo. Ed è per questo che giovedì mi precipiterò all'anteprima (il che ha richiesto un'organizzazione ingegneristica della serata con incrocio e passaggio del testimone Tata/Mr.Marito e divieto assoluto di cercare di contattarmi se non in presenza di reale e concreta emergenza).
Sono stupidamente, scioccamente e superficialmente felice:

1. Perchè finalmente posso andare al cinema
2. Perchè ci vado con una delle mie più care amiche
3. Perchè potremmo finalmente non parlare di pannolini e dintorni ma di sesso, vestiti e drink (perlomeno provarci!)
2. Perchè ho voglia di vedere i 100 cambi di abito giornalieri che neanche una donna marziano sarebbe in grado di compiere e sognare un pò quei vestiti, quelle borse e quelle scarpe
3.Perchè Samantha è un mito per la longevità sessuale
4.Perchè forse si rivedrà Aidan ed io non l'ho mai dimenticato
5.Perchè Mr. Big è lo stronzo che nella vita ti deve assolutamente capitare per provare quella fase di zerbinismo mista a felicità estrema
6.Perchè mi piace sentirmi un pò cretina
7.Perchè adoro NY
8.Perchè so tutte le battute della serie a memoria
9.Perchè in un episodio della serie c'è una citazione del
film 'Come Eravamo'. Un cult per me.
10. Perchè la battuta di Carrie quando lascia Big per l'ennesima volta 'E' talmente finita tra noi che non ci sono più le parole per dirlo' è insuperabile.


Per tutte queste ragioni, anche dopo aver letto l'articolo di Maria Laura Rodotà sul Corriere della Sera ed essermi detta che sarei stata uno schifo ad andare, vado lo stesso. Poi dopo all'uscita tenterò di commiserarmi.

23 maggio 2010

Un posto bianco bianco a Sabaudia


"Mamma questo posto è tutto bianco". Il posto in questione, citato dall'ometto, è l'hotel scelto per questo week end (che grazie a non so quale divinità) ci ha finalmente regalato sole, sole, sole! Meta prescelta: Sabaudia. Un centinaio di km da Roma, un'oretta e mezza più o meno di viaggio. Il tempo di una ninna nei seggiolini e di una degustazione di biscotti. L'hotel, il San Francesco, è ovviamente family friendly. Tutto ciò in cui mi imbatto e che di family friendly ha poco e niente non perdo neanche tempo a citarlo. Mi sono subito piaciute due cose: il prato e l'affaccio sul lago.

22 maggio 2010

Ma un uomo che ne sa

Ma un uomo che ne sa delle pippe mentali che quotidianamente sommergono una mamma? Ma un uomo che ne sa quando torna a casa la sera e ti prende da parte dicendoti 'Dai non essere così severa', dopo che hai passato le ultime 6 ore a schivare il lancio delle macchinine in testa o l'omicidio della sorellina più piccola? Ma un uomo che ne sa quando ti dice 'Stai benissimo amore, sei bella come sempre' anche quando non ti pettini da 3 giorni, non vedi il parrucchiere da mesi e non riesci a entrare nei pantaloni in cui aneli di rientrare non sai più da quanto tempo? Ma un uomo che ne sa di quando ti svegli la notte per la milionesima poppata, mentre lui ronfa provocando un rumore assordante, e poi quando il pupo piange durante il giorno ti dice 'Eddai dagli quella tetta così si tranquillizza'. Ma un uomo che ne sa di quanto non sai più quale sia la misura di reggiseno da comprare perchè non sai più stabilire quante volte la misura ti cambia nell'arco della giornata prima e dopo le poppate? Ma un uomo che ne sa quando ti dice 'Stasera ho una cena di lavoro, non mi aspettate' e poi trasecola quando gli dici che esci a bere una cosa velocissima con un amica e con una certa angoscia nella voce, visibilmente tremante, ti chiede 'Ma a che ora torni ? Ma un uomo che ne sa di quando, dopo un week end fuori per lavoro e dopo averti mollato con tutti i pupi e con la tata in ferie, ritorna e ti dice 'Amore non sai quanto sono stanco, Scusami ma vado a dormire'. E poi ritorna sui suoi passi e ti dice (e qui tutti in piedi per applauso scrosciante alla migliore interpretazione) 'Amore, grazie per essere sempre così comprensiva'. Ma un uomo che ne sa di essere nonostante tutto il destinatario di un amore costante e incondizionato da parte di una donna, compagna, moglie, madre che si rassegna ma non consegna definitivamente al multitasking? Sarà pure un bell'inglesismo ma sa tanto in italiano di fregatura...PS doverosa precisazione: le domande di cui sopra scaturiscono da confronto al vertice tra mamme sull'orlo di una crisi mistica. Mr. marito stai sereno...per adesso.

21 maggio 2010

'Amore, è ora di andare a nanna'..'No,non ci voio andare!

Quando chiacchiero con un'altra mamma cerco subdolamente di estorcere informazioni strategiche sulla gestione della prole. L'ultima chiacchierata mi ha posto il dilemma, che comincio a pensare resterà eterno, dell'ora giusta in cui far andare a dormire l'ometto. Premetto che tento da mesi senza successo di farlo andare a letto ad un ora che consenta a me e Mr.marito di avere un dialogo o perlomeno una bozza di conversazione tra una ciucciata e l'altra della besolina. Niente da fare. Ama stare con noi e non ne vuole sapere di andare a dormire. La cosa ha il suo bello, ovvero il fatto che abbia più tempo da passare con noi (e questo credo sia fondamentalmente la motivazione che lo aiuta a resistere all'attacco dell'abbiocco) ma ha anche il suo lato meno bello: una barriera sempre più alta che si sta alzando fra noi parents che non riusciamo non dico a concludere ma neanche a cominciare un discorso senza un brruum della macchinina, un mamma 'parla con me', un 'papà è mio, non lo toccare tu' e un 'mettimi un cartone'.

19 maggio 2010

Di posti nuovi, tentativi in cucina e mollette!


Dunque, ho ingerito a pranzo un pasta cacio e pepe dalla quale non riesco più a liberarmi. Giace lì nello stomaco come un mattone. Decido quindi di camminare un pò di più e allungare la strada per arrivare a scuola quando devo andare a prendere l'ometto. Se non altro nella speranza di ritrovare della leggerezza. Ma dopo molte ore posso con cognizione di causa dire di non esserci riuscita. E maledico di non aver scelto quella con i pomodori pachino e basilico! Tornando alla camminata, cerco di avere un passo svelto, anche perchè come al solito sono in ritardo. Mi avventuro dentro uno dei miei quartieri preferiti (Monti) e ammetto, un pò mi perdo. Perchè a volte se scelgo una strada per un'altra, che non è la solita, mi disoriento. Ma poi non sono così rinco (almeno non del tutto) e ritrovo la 'retta' via. Sulla strada 'nuova' incontro un posto che non conoscevo.
Sull'insegna c'è scritto Milk bar. Mi incuriosisco, come al solito. Si tratta di un locale per le mamme, aperto da un'americana che si è trasferita a Roma per amore. La sua storia la trovate sul sito del locale. Nel Milk bar ci sono prodotti per l'allattamento e informazioni varie sul mondo della gravidanza e dintorni. Ovviamente mi sono poi ricordata che l'ometto mi stava ancora aspettando. Scappo, lo prendo e riesco ad arrivare a casa prima che scoppi il nubifragio. Penso che potrei farmi perdonare cucinando qualcosa di prelibato per lui o perlomeno tentando di farlo. Il fatto è che a forza di leggere di fantastiche ricette e di bambini che si divertono con le mani in pasta, oscillo tra l'invidia per queste mamme così brave (invidia causata dai miei limiti culinari misti a pigrizia) e desiderio di emulazione (ovviamente con probabile rischio di avvelenamento). Nonostante questo scenario da brivido decido di fare un regalo all'ometto. 'Amore, mamma ti prepara una cosa buona'. 'No mamma mettimi il cartone'. E' evidente che non ha preso sul serio la mia proposta. Va bè, metto il cartone e poi sfoglio il libro di ricette per bambini acquistato nel week end. Trovo una cosa semplice e rapida. I due aggettivi che meglio definiscono la mia cucina, se posso azzardare a dire di averne una. Mi accingo a preparare le 'pennine birichine', ricetta proposta dallo chef Oreste Romagnolo. Nel frattempo la besolina vorrebbe partecipare alla mia alacre attività. In effetti più che una che sta cucinando sembro il piccolo chimico. I primi segnali negativi arrivano quando metto le zucchine nell'olio che ho fatto scaldare troppo e mi arriva uno schizzo sull'anulare. Urlo fantozziano di dolore.

La besolina mi sta guardando e inizia a strepitare. Avrà capito che tanto non ho speranze. Le organizzo un gioco antistress. Mollette attaccate al seggiolone che lei stacca e butta giù. Questo fantastico gioco (si fa per dire) implica una certa attività fisica anche per la mamma che deve chinarsi e raccogliere le mollette ogni qualvolta queste vengono tutte staccate. Gioco decisamente indicato per chi non ha probelmi alla schiena. Io ne ho ma sono masochista. Ma questa è un'altra storia.

Alla fine produco la ricetta con le mie manine e tronfia di soddisfazione metto il piatto sotto la faccina dell'ometto.

Premetto: l'ometto è, per mia fortuna, una buonissima forchetta. Dopo uno sguardo di disgusto procede all'assaggio. Come se degustasse un vino di una grande annata fa oscillare la pasta dalla mascella destra alla mascella sinistra prima di decidersi a sputarla. 'Mamma non mi piace questa pasta'. Ecco, credo sia stato dopo quell'affermazione che ho pensato seriamente al suicidio prendendomi a padellate in testa. Dopo inutili tentativi di persuasione perdo la speranza. Stanca e sfinita e visto che il tentativo culinario si pone alla fine di una giornata sfiancante, gli preparo una bistecca sulla piastra. Lo so che è abbastanza triste ma la bistecca alla piastra rappresenta un momento alto della mia cucina. Pensa un pò il resto. Bè sono sicura che non sia colpa della ricetta ma della sottoscritta. Per questa ragione la trovate qui sotto come riportata nel libro. Qualcun altro, non io per il momento (magari verso il trentesimo tentativo), sarà in grado di fare la 'bella', come si dice a scuola. La mia era decisamente la brutta copia.

Pennine Birichine
Età: dai 2 anni
Ingredienti per una porzione
50g di penne
1 uovo
1 zucchina
1 cucchiaio di parmigiano
sale
olio extravergine di oliva

Preparazione
Taglia a rondelle la zucchina, saltala in padella con tre cucchiai di olio extravergine di oliva e il sale. Fai bollire la pasta. Appena cotta la zucchina saltala insieme alla pasta bollita amalgamando il parmigiano e l'uovo che dovrà rimanere cremoso e non cotto a frittata.

18 maggio 2010

Fai sogni d'oro


Ci sono giornate che non possono essere definite in altro modo se non orribili. Ieri, ad esempio. Un diluvio che scoppia all'improvviso, l'acqua sui vestiti, le pozzanghere, gli schizzi. In macchina io e l'ometto. Uno scooter ci viene addosso. Scoppiamo a piangere. Non so se prima io o l'ometto. Poi lui mi dice 'mamma ho paura'. E allora io smetto. Non sono più una bambina ma una mamma. Una persona adulta che deve sapere prendere (a volte non sempre, per favore) le situazioni in mano. 'Amore non devi preoccuparti. Non ci siamo fatti niente. Forse si è ammaccata un pò la macchina'. Anche lui smette. Poi a casa vuole solo vedere un cartone. Quando Mr. Marito ritorna a casa 'Papà la moto addosso, la macchina tutta rotta'. Ieri sera non vuole addormentarsi. Cerca la mia mano. La tiene stretta finchè gli occhi non si chiudono. Non cerca mai la mia mano per addormentarsi. Ieri sera, la prima volta. Con quel gesto mi ha espresso tutta la sua paura e tutte le parole che non può ancora utilizzare per dare un senso a quello spavento erano lì, in quella stretta forte. 'Mamma resta qui con me' 'Mamma sta qui con te, non ti molla neanche per un secondo'. Buonanotte.

16 maggio 2010

Olive ascolane SIDE 2


La pioggia ci ha regalato la sua presenza anche la domenica. Perchè smettere? Perchè far concludere degnamente il week end? Ombrellati, plasticati i passeggini abbiamo fatto un ultimo giro delle bancarelle. Ho rivisto le lampade. Le ho salutate con un 'Arrivederci'. Colazione con musica anni '70 (Patty Pravo boom boom)da Sestili, angolo Piazza del Popolo. Un piccolo caffè rinnovato di recente dove la mattina, al contrario dell'ora dell'aperitivo, si sta seduti tranquilli e si può leggere il giornale mangiando un ottimo cornetto. Non posso dire lo stesso dei cornetti di Meletti. Ma la bellezza di quel caffè stile Liberty che si affaccia sulla bellissima Piazza del Popolo è indiscutibile. Per pranzo decidiamo di sperimentare il ristorante di un agriturismo aperto da poco: Il Morrice a Pagliare del Tronto. Circa un 10-15 km da Ascoli. Dunque, tralasciando il fatto che arrivati lì scopriamo che si sta per celebrare il pranzo di una comunione e quindi folla, confusione e fortissimo brusio di fondo e tralasciando il fatto che ci aspettavamo qualcosa di un pochino più 'agreste', ma questa è questione di gusti, abbiamo mangiato bene (frittura mista ascolana notevole) e davvero troppo. Ci alziamo tutti trasformati in 'omini michelin' e barcollanti usciamo cercando di fare quattro passi per smaltire un pò di ciambelle sul girovita. Accanto all'agriturismo c'è un centro ippico. Che bello! L'ometto e la besolina, ma soprattutto l'ometto, impazziscono per il pony che gironzola allegro intorno a loro. Ci sono anche i cavalli. "Mamma i tavalli" (ebbene si la 'c' non ci piace. A noi ci continua a piacere la 't': tavalli, tarpeggiare e così via!). Ed è proprio lì che guardo davanti a me e vedo quelle colline meravigliose che mi mi fanno venire subito in mente i paesaggi di Tullio Pericoli, pittore e disegnatore nato nelle Marche. E' così bello a volte fermarsi. Anche solo per un secondo, tra un tavallo, la pancia piena e il sole che comincia ad affacciarsi tiepido.

Non posso concludere senza la ricetta vera delle olive ascolane (tappa da Migliori a Piazza Arringo per mangiarle al cartoccio).La ricetta la riporto così,in 'lingua ascolana' assolutamente originale:
P FA' LA LIVA FRITTA C.VO
100 socca de liva
300 g. de carne de puorc
500 g. de carne de manz
300 g. de carne de ptò (tacchino)
150 g. de parmggià
1l. d'olie de seme
4 ova, olie, vì (q.b.) 1/2 cipolla
na carota, nà crosta de sennera, u pà rattate
n.cò de sale, pepe, na raccecata de noce mscata
COME SE PREPARA L'IMPAST
Pighia la liva e rcapa lu cice (a spirale)
taglia la carota, lu sennera e la cipolla a pezzit
mitli a rslà con n cò d'olie, mittece la ciccia
taggliata a piezze ruosce, mettice nccò de vì bianc,
fa coce pe na mezzora, puo macina tutte,
mittece l'ouva,lu cace, e la noce mscata
mestca tutte c...li mà
Fà tutte pallette de carne e rimpce li socca de liva, passale su l'ova sbattute e puo su lu pà rattate. Se friie c na padella nera de ferre, e falle rselà.
Buon appetito!

15 maggio 2010

Olive ascolane SIDE 1


Week end in quel di Ascoli Piceno sotto pioggia torrenziale. Ma nulla ci ferma. Con le super plastiche copri passeggino ci muoviamo implacabili tra le bancarelle del mercatino dell'antiquariato (si tiene ad Ascoli Piceno ogni terza domenica del mese) in cerca di qualcosa a cui fare posto a casa nostra. Vedo due lampade perfette per la nostra camera, perfette per i nostri comodini, perfette perchè di un colore rosso vivace per dare un pò di brio in una stanza di bianco e marrone vestita. Faccio l'azzardata scelta di chiedere un parere a Mr. Marito. Uno sguardo sbrigativo alle lampade e poi verso di me. Uno sguardo da caput. Lampade caput. Non se ne parla neanche. Questo ha detto lo sguardo. Incomincio a pensare di avere poco potere decisionale in questa famiglia.

13 maggio 2010

Mamme, vestiti e caffè


Allora ieri sudata, trafelata e lascerei perdere il dettaglio sui capelli, arrivavo all'asilo..in ritardo. L'ometto nonostante tutto mi aspettava senza broncio e facendo rombare una camion giallo. Raccolto l'ometto squilla cellulare. Mi segnalano che si comprano cose carinissime per bambini a casa di una non meglio identificata amica. Fomentata dall'acquisto di vestiti da bimba di qualsiasi foggia e colore (detta anche 'sindrome della bambola' che si vestiva e svestiva nell'infanzia e 'sindrome da recupero' frequente dopo il primo figlio maschio) mi getto sul volante per andare a vedere di che si tratta. Dopo qualche semaforo giallo/rosso e l'ometto che mi redarguiva con un 'mamma senti..mamma tarpeggia la macchina, non correre'.. 'Si amore, adesso la tarpeggio anche se di tarpeggi qui proprio non ce ne sono neanche a pregare...'.

12 maggio 2010

London addicted


Sono disturbata e molto da queste giornate 'indecise'. Prima piove, poi esce il sole. Questa mattina all'ometto ho messo la maglia, poi la felpa, la giacca a vento e poi ho levato la felpa e lasciato la giacca a vento e poi ho rimesso la felpa e gettato la giacca a vento e alla fine credo di essere svenuta e di essermi ritrovata in macchina sulla via dell'asilo. Ma ho deciso cosa si mangia stasera? No, non mi pare che tra il lancio della giacca a vento e le mani sul volante io abbia fatto una qualsiasi cosa che somigliasse alla lista della spesa. Bè sono un pò nervosetta anche perchè ora ho cominciato a leggere la guida di Stoccolma e quella del Marocco ma ho anche riletto alcune pagine di quella di Parigi e quella di Londra. Uffa, vorrei decidere dove andare e vorrei anche andare dappertutto. Questa mattina credo anche di aver annunciato a Mister Marito che sarei partita per un mese per Los Angeles con i bambini. Forse il fatto che non mi abbia neanche risposto dovrebbe farmi pensare che ho perso in credibilità.

11 maggio 2010

C'era una volta...


La nonna paterna (nonchè mia suocera) mi ha regalato un libro. Non un romanzo, non un libro di cucina (che servirebbe anche se poi non mi applico) e neanche un libro di esercizi per tenermi in forma (anche quello gioverebbe ma non mi applico neanche lì). Il libro è il seguente:Il Mondo incantato di Bruno Bettelheim. E il sottotitolo che segue dice: uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe. Dunque, quando l'ho ricevuto ho pensato nell'ordine 3 cose:
1. Mia suocera pensa che il mio livello intellettuale abbia bisogno di una scossa per risollevarsi
2. Crede che devo smetterla di comprare tutta la serie di testi sui barbapapà (credo peraltro di averla davvero presa tutta!)
3. Cerca di colmare le lacune pedagogiche che ho...su quello garantisco che potrebbe avere ragione.
...Poi ho cominciato, anzi ho tentato di cominciare a leggere il libro pensando di non riuscire a decifrare neanche una sillaba scritta da uno psicanalista.
Probabilmente altre avranno affrontato con meno perplessità questo testo ma io si.

10 maggio 2010

La campagna arriva in città


Avrei tanto voluto fare un bel week end al mare ma abbandonata dal consorte, con pioggia in dote il sabato ho capito che sarei rimasta in città. Ho deciso quindi di dare una svolta molto green alla cucina e con l'ometto siamo andati al Farmer's Market nell'ex mattatoio al quartiere Testaccio. Abbiamo preso un ottimo pane di farro (grande scarpetta con olio direttamente from Puglia),mele, pere dalla forma insolita e poi una caterva di fragole che fra me e l'ometto ce le siamo pappate tutte in gran velocità.

07 maggio 2010

Hallo, Hola, Ciao,...


A Roma c'è un posto dove i bambini e le loro culture diverse si mescolano,si arricchiscono vicendevolmente e dove si impara che la multiculturalità è un valore importante da coltivare e proteggere. Si tratta della scuola Celio Azzurro e del viaggio che questa scuola fa fare ai bambini nelle storie e nelle esperienze di coetanei che hanno radici diverse.

06 maggio 2010

Andare..ma dove?


Bè l'avevo detto. Ho comprato la guida di Stoccolma. Non proprio aggiornata visto che l'edizione italiana della Lonely Planet è del 2008 e i testi e le cartine del 2007. Ma pazienza, con le guide è sempre così. Il mio metodo è comunque quello di prendere degli spunti dalla guida e poi mi armo di penna e faccio i miei commenti, le mie integrazioni, cancello quel posto che non c'è più e ne aggiungo di nuovi. Devo dire che questo sistema è efficiente. Soprattutto per dare ottimi consigli a chi sta per andare nello stesso posto dopo di me. Quindi penso mi toccherà fare lo stesso con Stoccolma.

04 maggio 2010

Looking for Pippi Calzelunghe


Giornata super piovosa e quindi un pò triste. Sto cercando di organizzare un week end a Stoccolma perchè mi sono data la missione di portare il mio ometto a vedere la casa di Pippi Calzelunghe. Oramai Villa Villacolle è parte integrante delle nostre giornate. Ho scoperto che il Museo Junibacken è completamente dedicato a lei. Detto questo sono alla ricerca di un volo da ieri e non ho ancora trovato un orario e un costo soddisfacente. Ovvero devo cercare di conciliare partenza volo con uscita dall'ufficio, recupero ometto al nido, besolina a casa e poi marito da qualche parte. Riuscirò in tanto ardua impresa? Chissà.