08 ottobre 2010

Un lavoro a tempo pieno per una mamma part time

Il dado è tratto, la scelta è fatta. Calendari da riorganizzare, orari da imparare, slalom da studiare, nuovi percorsi, nuovi tragitti. Cambio lavoro. Sono pronta, o quasi. Non so bene come ce la farò. Spero che tutti siano felici. Si spera sempre sia così, no? Si spera che un bimbo di 3 anni e una bimba di 15 mesi ti possano dare una pacca sulla spalla e dire 'Mamma hai fatto la scelta giusta, siamo contenti per te!'. Lo so, non è possibile e non lo vorrei. Un bambino è felice quando sei con lui, come potrebbe dirti 'vai e stai tutto il giorno fuori casa, non preoccuparti, me la caverò alla grande!' Diciamo che sono abituati a questa mamma che esce con i tacchi e poi appena rientra a casa indossa le sue scarpe da tennis sporche di colore, terra e non so cos'altro. Diciamo che ci hanno fatto il callo, va! Spero solo di non dover dire mai a nessuno 'L'importante non è il quanto tempo stiamo insieme ma il come. L'importante è la qualità!'. La verità è che quando torni dal lavoro sei talmente stanco che quel tempo di qualità si arranca faticosamente per costruirlo e mantenerlo. E non è sempre facile e per questo non mi racconterò questa favola. Non è possibile tutti i giorni sfoderare energie impossibili, sorrisi giganteschi e grandi idee per giochi creativi. Non è possibile neanche quando la tua libreria è piena di libri per fare giochi insieme ai bambini che hai comperato in un momento di insensata esaltazione. Infatti sono lì parcheggiati a prendere polvere.Io sono molto entusiasta. Piena di energia positiva per questo cambiamento. Sento di poter dare il meglio di me a tutti, lo spero. Spero di riuscire sempre a correre a scuola a recuperare il pulcione in orario, spero di riuscire a vedere la mia besolina abbastanza, quell'abbastanza che possa consentire di non ascoltarla chiamare mamma la tata. Il colpo inferto sarebbe micidiale. Ma ho messo in conto anche questo. Poi c'è sempre il lavaggio del cervello per recuperare!Spero, fra alti e bassi, di essere sempre partecipe, di ascoltare le loro esigenze, di rispettare le mie e non perdere di vista il senso delle cose e delle giornate. Spero di essere all'altezza di quelli che mi danno questa opportunità e all'altezza di quelli che mi aspettano a casa. Anche se con loro sfoggerò il look dell'allegra pantofolaia. Quel look da chi, dopo una giornata di tailleur e riunioni, va in preda al delirio mistico quando si spoglia appena varcato l'uscio di casa. Ovviamente Mr. Marito si organizzerà per una fuga ai Caraibi, non con me! E quindi per lui cercherò, a volte, di mantenere un certo contegno. Non esiste chi non ha dubbi. Io ne ho e mi spavento delle persone che non dubitano, che sono certe di tutto quello che fanno, mi inquietano un pò. Dubito di riuscire ad essere sempre perfetta sia per il lavoro sia per la famiglia. Dubito di riuscire ad essere wonder woman e neanche me lo auguro. Preferisco essere normalmente scombinata, a volte smemorata, in brodo di giuggiole per una giornata di sole, per la prima vasca di nuoto del pulcione, per un successo al lavoro e capace di mostrami stanca, senza arrendermi anche quando lo vorrei e sarebbe più facile. Preferisco essere fragile, emotiva e ridere a crepapelle per la battuta di un'amica. Preferisco versare qualche lacrimuccia quando non ce la faccio, quando mi sento a terra. Preferisco rischiare, vedere cosa c'è dall'altra parte e non fermarmi per paura. La paura c'è e tanta ma vale la pena averla. Senza dubbi e senza paure chi sarei? E con questo bagaglio di dubbi, paure, energia mi appresto a girare questa nuova pagina. La giriamo tutti insieme, manine piccole e mani grandi e vediamo che succede. Tanto il finale della favola ce lo possiamo sempre inventare se non ce lo ricordiamo.

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