23 giugno 2010

Promemoria: cosa tengo e cosa lascio

Evvai, ieri ce l'ho fatta. Surfando il traffico, la pioggia un pò sì e un pò no, l'ometto in crisi di astinenza da Pippi Calzelunghe, sono andata alle presentazione qui a Roma del libro di Chiara Cecilia Santamaria alias Wonderland del blog machedavvero, riuscendo a sentire quasi tutto.
Quasi perchè l'ometto ha deciso in quell'ora di presentazione nell'ordine:

- di avere un attacco isterico perchè voleva comprare il film di Pippi
- di pulire il pavimento della sala trascinandosi in ogni dove
- di fare attività ginnica facendomi tenere le gambe in mano e stando lui in equilibrio sulle braccia
- di strattonare una bimba più piccola
- di rubare lo squalo ad un altro bambino
- di fornire di calci il nostro vicino di sedia (ovviamente vestito di tutto punto, con giacca e cravatta)
- di lanciare urla a fasi alterne, giusto quei decibel che disturbano una conferenza stampa...

Nonostante la prova fisica (mi do l'onore delle armi per aver osato portare Attila) sono riuscita a seguire la presentazione. Ho sentito interventi intorno a quelle zone d'ombra, che non si raccontano, che non si dicono, che fanno parte del diventare madri.

Ed eccole lì. Le mie domande esplodere, dentro di me, una dietro l'altra: Perchè non essere franche? Perchè non parlare della salita invece che delle discese? Perchè non raccontarci i desideri veri, quelli che non hanno a che fare PER NIENTE con la prole? Perchè non avere il coraggio di essere egoiste, ogni tanto? Ecchecavolo! E' così vergognoso essere mamma e pensare appena sveglie di andare dal parrucchiere, a farsi le mani o a bersi una cosa con un'amica invece che a quali vestiti mettere ai pupi? Ma possibile che restiamo a secco di argomenti se ci levano le parole chiave: cacca, pappa, nanna? Ma sul serio c'è un tempo in cui eravamo persone e poi un tempo in cui siamo diventate mamme, e basta?...Sul serio? Oddio sembro Carrie, di Sex and The City quando si intrippa in una sequela di domande che hanno una, nessuna e centomila risposte.

Poi, in tutta onestà, quando l'ennesimo urlo a ultrasuoni mi ha sfracassato un timpano, ho cominciato a visualizzare un mojito, ghiacciato, invitante che mi veniva incontro.

Ritornata in me, ho acciuffato una copia del libro per la mia amica ancora dedita all'ora X dell'aperitivo, a pochi giorni dal parto, e letteralmente sgommando, distrutta dall'ometto, sono andata via.
E tornando a casa ci ho riflettuto su.

Ho riflettuto su quello che tengo e quello che lascio con la maternità.
E mi sono fatta una lista mentale, che butto giù, a mò di promemoria.

Cosa tengo (e aggiungo):
- Le amiche (quelle con i figli of course); quelle senza figli ti scaricano per chiamarti una volta ogni 6 mesi e sapere se sei viva. Nonostante questo restano amiche vere
- Ancora alcuni neuroni. Molti si sono disintegrati dopo il parto e durante qualche conversazione nella lingua 'nanesca'. Ma se siete come me e molti si erano bruciati anche prima, quelli rimasti diventano di importanza strategica
- Un compagno, un marito...più o meno. Visto che si dorme in 300 nel letto e prima si era solo in 2. Dico 300 perchè oltre ai pargoli conteggio pupazzi, libri,giocattoli,biberon e ammenicoli vari
- Il mal di schiena. Quello è una conditio sine qua non del diventare genitori
- La dignità. Quella che ti fa tenere la testa alta (e fare la vaga) quando il tuo pupo fa la cacca nel pannolino in un posto molto affollato lanciando folate di eau de pupù che neanche in una discarica..
- Il desiderio di entrare in una taglia più piccola della nostra. Con quello che avanza dopo il parto il desiderio diventa lancinante
- La voglia di un buon bicchiere di vino e il sorseggiarlo lentamente, fingendo di capirne qualcosa
- L'amore per il partire. Non importa dove e con quanti bagagli e quanti passeggini. Solo partire. Andare. Anche se confesso ogni tanto che anelo di essere dimenticata ad una pompa di benzina e provare a vedere che succede (Il film Pane e Tulipani docet)
- Essere un pò infantili. Lo sono e a volte peggio dei miei pupi. Ma è la dose sufficiente e necessaria per sdrammatizzare i momenti di crisi
- I suggerimenti, i consigli non richiesti dei nonni. Quelli fanno parte del pacchetto. Come fai sbagli. Aumentano la frustrazione. Ma poi alcuni servono. Di altri avresti fatto serenamente a meno
-La cura di me stessa. Acrobaticamente sì , ma se non vado da un'estetista o da un parrucchiere a fare il tagliando ogni tanto ne va della mia sanità mentale e dello specchio in casa che rischia di essere gettato dalla finestra
-L'essere maldestra, e a volte troppo spericolata, in macchina. Male incurabile...
-I pantaloni pre-maman, non si sa mai, soprattutto dopo le abbuffate delle feste natalizie...
-La capacità di delegare. All'inizio molto faticosamente poi gioco-forza...
-Il multitasking, più o meno. Nel senso che per forza di cose devo essere super efficiente e in ogni dove e che ho ancora un barlume di energia fisica per farlo. Il problema è che lascio le chiavi di casa attaccate fuori dalla toppa di casa...
-Lo shopping. Rapido, veloce ma shopping, shopping, shopping!
-La futilità di Sex & The City. Ne ho già parlato. Un pietra miliare nell'educazione sentimentale delle donne

..E cosa lascio:
-Le lunghe dormite e lo svegliarsi a mezzogiorno la domenica (Sono 3 anni che non so cosa voglia dire e nel frattempo ho raddoppiato la prole)
-Le partenze per viaggi last minute, dove butti quattro stracci in uno zaino e vai
-La possibilità di mollare. Quando affronti l'ennesimo capriccio di cui non capisci la causa e per il quale sei in crisi nella ricerca della soluzione, alzi gli occhi al cielo e pensi "non ce la faccio più", hai quasi perso il libero arbitrio...e forse anche un pò di lucidità
-L'affidarsi al destino. L'organizzazione è il mio mantra
-La sbronza apocalittica. Perchè ad un certo punto devi tornare a casa e non puoi dire ai pupi: "Ma voi chi siete, che ci fate qui?"
-Le perdite di tempo
-Andare al cinema senza avere un attacco di sonno. Quando riesco ad entrare a vedere il film tanto agognato lo spegnimento delle luci mi è fatale!
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Lascio i puntini perchè qualcos'altro mi verrà in mente. Di sicuro.

3 commenti:

  1. aggiungerei: i sensi di colpa che non ti abbandonano MAI; se non sei con i pupi li stai trascurando, se sei con loro stai sicuramente trascurando qualcos'altro...ansia !

    cosa consiglieresti come evasione alternativa a una che una ha già visto SATC un considerevole numero di volte?

    ciao!

    Elle

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  2. Non sono mamma ma spero di diventarlo presto ed i vostri blogs e i vostri posts sono davvero importanti...per prepararsi almeno psicologicamnete a ciò che accadrà ^^

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  3. Elle, quant'è vero! I sensi si colpa si aggiungono al nostro bagaglio 'mammesco'. Inevitabili. Qualunque cosa fai. Ti seguono come un'ombra. Sono lì a ricordarti che c'è sempre qualcosa che tralasci, che si tratti del tempo con i bambini o del tempo per te stessa o per il tuo lavoro. L'arte della convivenza con loro(mai pacifica) la definirei un vantaggio competitivo...quasi,quasi da mettere sul Cv!
    Sei hai già dato a SATC molto del tuo tempo e conosci le battute a memoria (come me!) lo step successivo potrebbe essere quello delle mitiche Desperate Housewives (la prima serie è mitica), adoro Bree van De Camp! Poi le successive scendono un pò di tono.

    Emotionally, in bocca la lupo, se e quando deciderai di avere pargoli. E' un viaggio pieno di imprevisti (s'è capito, no?!) e di momenti che non si dimenticano (belli o faticosi che siano. Bisogna armarsi di pazienza (l'amore va da sè, appena li incontri per la prima volta) e dedizione, non tralasciando se stessi. Tanti i sensi di colpa, come dicevo a Elle, restano sempre lì con te e ad un certo punto ti fanno quasi compagnia.

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