23 maggio 2010
Un posto bianco bianco a Sabaudia
"Mamma questo posto è tutto bianco". Il posto in questione, citato dall'ometto, è l'hotel scelto per questo week end (che grazie a non so quale divinità) ci ha finalmente regalato sole, sole, sole! Meta prescelta: Sabaudia. Un centinaio di km da Roma, un'oretta e mezza più o meno di viaggio. Il tempo di una ninna nei seggiolini e di una degustazione di biscotti. L'hotel, il San Francesco, è ovviamente family friendly. Tutto ciò in cui mi imbatto e che di family friendly ha poco e niente non perdo neanche tempo a citarlo. Mi sono subito piaciute due cose: il prato e l'affaccio sul lago.
Per quanto riguarda le camere, sono tutte arredate in modo diverso (e anche questo mi è piaciuto molto. Avere una camera con una sua personalità) e seguendo uno stile coloniale. Il prato è stato subito preso d'assalto dall'ometto che ha cercato di abbattere tutti i grandi portacandele che lo circondano e che di sera si accendono regalando anche un'atmosfera romantica. Ma con i pargoli non l'abbiamo sfruttata un granchè. Dopo il prato c'è una, anzi due, discese al lago con la possibilità di fare un bel giro in barchetta. Sul moletto del lago si può prendere il sole sui lettini. La cosa migliore è alzarsi dopo aver pranzato all'aperto e andarsi a buttare sul prato sotto il sole. Svenimento assicurato, anche per l'ometto e la besolina, per nostra fortuna. Sono disponibili anche biciclette munite di seggiolino porta bimbo con cui si arriva agevolmente in spiaggia (a parte il brecciolino della strada di accesso all'hotel, ma sono solo 50 metri). Noi non abbiamo optato per il sole preso sul moletto ma ci siamo buttati in spiaggia (c'è lo chalet convenzionato con l'hotel e un servizio di navetta che ti porta in spiaggia, con buona pace della ricerca di parcheggio) dove l'ometto ha costruito e abbattuto, con la stessa rapidità, le torri fatte con il secchiello e dove finalmente la besolina si è potuta completamente coprire di sabbia, dopo averla degustata e masticata accuratamente.
La sera cena nel ristorante dell'hotel 'Da Ludo' (finalmente mangio pesce che a casa non lo cucino quasi mai..leviamo il quasi!) dove l'ometto, spinto da spirito di emulazione per il bimbo del tavolo vicino ha chiesto a gran voce 'Anche io voglio i caaamaretti di lui', poi se li sono mangiati quasi tutti mamma e papà oramai abituati alla pulitura dei resti di cibo della prole. Seggioloni arancio vivo da cui la besolina riusciva a divincolarsi. Poco male: si aggirava sul pavimento incrociando una coetanea di (11 mesi e mezzo) con cui forse dibatteva del buco dell'ozono e del quantitativo di briciole rimediato per terra.'Tu quante ne hai trovate' 'Una trentina. E tu?' Siamo nella fase besolina-pollicina. Io le sbriciolo il pane e lei passa ore a prenderne una ad una, dopo accurata e minuziosa selezione di quelle che le sembrano avere la forma più interessante. Troviamo il tempo anche per un giro in città per ricerca spazzolino da denti che immancabilmente Mr. Marito lascia a casa. Ci scappa anche un camion (piccolo perchè la macchina non contiene più nulla appartenente alla categoria giocattoli) per cedimento di Mr. Marito, visto che neanche lui tiene il 'famoso punto'. La città è relativamente recente (data di nascita: 1934), niente di super antico ma l'architettura 'razionalista' è sicuramente da vedere, per chi se ne intende ma anche per chi non ne capisce niente come me. Ma la cosa migliore è il fatto che siamo dentro il Parco Nazionale Del Circeo, dove è possibile fare escursioni e visite guidate, anche in bici. Meraviglioso il promontorio che sembra andare a tuffarsi dentro al mare. Vero relax per gli occhi il tramonto, guardando le spiagge non ancora affollate dal caos agostano, gli ombrelloni chiusi e una brezza leggera. La sera è fresca, i pensieri anche.
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