21 maggio 2010

'Amore, è ora di andare a nanna'..'No,non ci voio andare!

Quando chiacchiero con un'altra mamma cerco subdolamente di estorcere informazioni strategiche sulla gestione della prole. L'ultima chiacchierata mi ha posto il dilemma, che comincio a pensare resterà eterno, dell'ora giusta in cui far andare a dormire l'ometto. Premetto che tento da mesi senza successo di farlo andare a letto ad un ora che consenta a me e Mr.marito di avere un dialogo o perlomeno una bozza di conversazione tra una ciucciata e l'altra della besolina. Niente da fare. Ama stare con noi e non ne vuole sapere di andare a dormire. La cosa ha il suo bello, ovvero il fatto che abbia più tempo da passare con noi (e questo credo sia fondamentalmente la motivazione che lo aiuta a resistere all'attacco dell'abbiocco) ma ha anche il suo lato meno bello: una barriera sempre più alta che si sta alzando fra noi parents che non riusciamo non dico a concludere ma neanche a cominciare un discorso senza un brruum della macchinina, un mamma 'parla con me', un 'papà è mio, non lo toccare tu' e un 'mettimi un cartone'. In queste ultime settimane ho intensificato i tentativi di messa a nanna spinta dall'emulazione nei confronti delle mamme che ce la fanno e dal desiderio di avere il tempo di raccontare a Mr. Marito come è andata la mia giornata o chiedere a lui come è andata la sua. Semplicemente, nada màs. E mentre non ci riuscivo o ci riuscivo in parte mi chiedevo: 'ma quelle che ci riescono le incontro solo io?!!!'. Non le odio, per carità. La mia è un'invidia sana e sportiva (ma chi ci crede!). Sto cominciando ad accettare il fatto che c'è chi ci riesce e chi no, come me. La situazione tipica da noi vede l'ometto che ci rimbocca le coperte, ci dice 'Notte mamma e papà, io vado di là adesso, mi bevo un wisky e mi fumo un sigaro'. Surreale ma siamo quasi a questo punto. Io dico che la colpa è un pò di Mr. Marito che rincasando sempre tardi, spero sempre per motivi di lavoro e non per le fatiche di una vita parallela, alimenta un senso dell'attesa che mantiene l'ometto in eccitazione. La colpa però è anche della sottoscritta che a volte non tiene il punto. Per la stanchezza, perchè la besolina non molla la presa da ciucciata, perchè mi è più comodo è facile pensare 'tanto prima o poi si regolarizza da solo'. Ma perchè colpa di Mr. Marito o mia? Perchè non tengo il punto? Ma soprattutto perchè devo provare a tenerlo che tanto non ci riesco? E allora penso a quelli che ci riescono e ricomincio a pensare a come cavolo fanno e al perchè io non ci riesco. Eppure prima che l'ometto nascesse ho letto di tutto (e il contrario di tutto, soprattutto!), mi sono stradocumentata, praticamente un'enciclopedia umana sull'allevamento dei figli prima ancora che i figli vedessero la luce. Il problema è che poi quando finalmente arrivano tutto quello che hai letto si resetta all'improvviso e sei spiazzato. E' una banalità da dire ma succede proprio così. Mi sento così quasi tutti i giorni. Si credo che l'aggettivo spiazzata mi definisca abbastanza come genitore. Questi bimbi mi spiazzano, mi prendono in contropiede, anticipano le mie mosse e mi mettono a terra. E' così con l'ora della nanna. Poi questa mamma con cui chiacchiero mi parla di questo terapeuta danese, Jesper Juul. E io le dico, 'Ma dai, ho letto una sua intervista proprio qualche giorno fa'. Eravamo in macchina io, Mr. Marito e i pupi e sfogliando la rivista di turno mi imbatto in questa intervista. Lui dice 'Non si deve scarificare la propia vita per i bambini.Bisogna prendersi cura di se stessi e abbandonare il perfezionismo'. A questo punto ho tirato il primo sospiro di sollievo, mi sono girata guardando i pupi pensando che poi non sono proprio la peggiore cosa che poteva capitargli. Poi prosegue 'Non esistono metodi che garantiscono il successo. Per affrontare i problemi individuali c'è bisogno di valori....I limiti sono stati usati come mezzi di controllo ma i bambini non hanno alcun bisogno di essere controllati. I bambini imparano come gli scienziati: formulano una teoria e la sperimentano. I limiti li fanno sentire stupidi o in torto per aver provato cose nuove. Le regole sono utili solo a facilitare la vita'. Yes, musica per le mie orecchie!.'. Poi dice una cosa che mi colpisce perchè scardina una delle mie certezze: 'Solo in una famiglia autoritaria i genitori devono difendere la leadership, negli altri casi non c'è alcun bisogno di essere d'accordo. I bambini non sono turbati dalle nostre differenze ma dai nostri litigi sulle differenze'. Buum! Se penso a tutte le volte che ho lanciato un'occhiataccia a Mr.Marito perchè non mi contraddicesse davanti all'ometto, perchè dessimo una stessa versione dei fatti. Quanto tempo perso. W la differenza e W il pensiero che diverge e non converge perchè alimenta il confronto, la dialettica e ci insegna che al mondo esistono tanti punti di vista e che la soluzione sta nel trovare una giusta mediazione. Credo che questo vorrei insegnarlo al mio ometto. E W tutte le volte che potrò non essere d'accordo con Mr. Marito (spesso per quanto riguarda l'educazione della prole) perchè non sarà una sconfitta ma un arricchimento. Spero di ricordamelo la prossima volta che Mr. Marito mi contraddice così evito di saltargli al collo.

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